Project Description

C’era una volta un paese dove le donne si nascondevano nelle caverne di una montagna per sfuggire ai pirati e alle lotte di tribù rivali. Queste donne vivevano in villaggi popolati da beduini alle pendici di alte montagne. Quei villaggi e quei monti ci sono ancora, ma per arrivarci bisogna addentrarsi nell’entroterra di un paese arabo diverso da tutti gli altri. Al posto dei grattacieli, trionfa un’architettura tradizionale e la natura domina ancora sul cemento, che ha invece vinto in alcune città dei paesi confinanti. L’Oman è un sultanato che si presta a mille interpretazioni; alcuni, preferiscono considerarlo come un prolungamento dei loro viaggi nella penisola arabica. Altri, sfortunatamente, ignorano il fascino di una terra dove si alternano spiagge e deserti, bagnata da un mare turchese ricco di falesie e fondali corallini, mentre sullo sfondo si stagliano i “fiordi d’ Arabia” o città che conservano i tipici forti di una ex colonia portoghese. E’ facile intuire che un viaggio in Oman si traduce in un’esperienza sensoriale impagabile, perché non è solo la bellezza dei luoghi a restare impressa. Ci sono i suoni – si intrecciano lingue incomprensibili e richiami alla preghiera dei muezzin – i colori – il verde delle oasi, il blu del mare, il rosso del sole sempre presente – i profumi – un mix di spezie ed incenso, trasportato da refoli di vento caldo. Potrà sembrare assurdo, ma l’Oman non è una favola, bensì una realtà.

NORVEGIA D’ARABIA

Il loro paese è stato soprannominato Norvegia d’Arabia, ma gli omaniti non hanno capelli biondi e occhi azzurri. E’ quasi impensabile a queste latitudini, dove il sole splende tutto l’anno e l’estate non va mai in vacanza. C’è poi lo sterminato deserto che taglia un paese attraversato dalla fascia tropicale, fatto di sabbia – ma anche di rocce – culminanti in dune gialle e rosse, percorso in lungo e largo da tribù di beduini che intendono raggiungere oasi che per loro restano vitali. Ovviamente, anche il deserto conosce una fine e qui si interrompe a ridosso del mare arabico pronto a confondersi a sud con l’Oceano Indiano. In riva al mare, la natura ha modo di sorprenderci nuovamente grazie a veri e propri fiordi, visti i promontori a strapiombo sull’acqua. Ovviamente mancano i ghiacciai e l’ aria frizzante, tipici di una crociera nei mari del nord, ma nuotando o immergendosi in acque altrettanto limpide e decisamente più calde, il viaggiatore potrà imbattersi in delfini, balene, pesci pagliaccio o cavallucci marini. Il tutto grazie a escursioni sottomarine programmate a bordo di un dau, barca a vela tipica dei paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano. Magari dopo un tuffo vi capiterà di voltarvi e stupirvi ancora per la presenza e l’imponenza dei Musandam: ma il sole che spicca su questi fiordi d’Arabia vi ricorderà che c’è spazio persino per un tocco di estremo Nord, in un paese tremendamente a sud.

UN’OASI NEL DESERTO  

Quando ti trovi in un deserto esteso per migliaia di chilometri quadrati, rischi di perdere il contatto con l’orizzonte. Forse la colpa è del sole implacabile, probabilmente il merito sta tutto in infiniti granelli di sabbia gialli e rossi che si sollevano. Sembra difficile crederlo, eppure capita. Il secondo giorno del mio ultimo tour in Oman ero diretto verso l’oasi Wadi Arabyeen. Inutile dire che mi è capitato di credere ad un miraggio, ma la mia avventura è stata sicuramente meno rocambolesca rispetto a quella di antichi carovanieri. All’arrivo, la bellezza di questo luogo abitato da tribù beduine e protetto da una parete rocciosa, dove le sorgenti di acqua dolce e salata si snodano tra i palmeti rigogliosi, rigenera corpo e spirito. Palme di datteri contrastano con l’asprezza delle rocce, ma qui è impossibile dare tutto per scontato: la natura viene apprezzata perché non essendo ridotta a semplice sfondo, consente alle persone di vivere nei luoghi che gli appartengono. Ogni centimetro di terra strappato al deserto dimostra la volontà del popolo omanita di crescere e prosperare, ricavandosi sempre più spazio in Medio Oriente, anche grazie ad una maggiore apertura verso la democrazia rispetto ad altri paesi dell’area.

 TRA INCENSO E SORRISI

E’ impossibile parlare dell’Oman senza pensare ai contrasti di una terra dove oltre agli oceani e ai deserti, c’è spazio anche per i roseti, per mura che si perdono in tempi antichi, forti coloniali che cingono ancora città e villaggi. Accessibili grazie a percorsi studiati ad hoc, visto che questo sultanato dal turismo in costante crescita, può vantarsi persino di un “itinerario dell’incenso”, prodotto di punta nazionale. Onestamente, devo ancora capire se le essenze e la bellezza di questo paese che a tratti resta inesplorato – come dimenticare che qui esistono autentiche città sepolte e villaggi quasi disabitati – abbia influito o no sulla capacità dei locali di aprirsi agli altri in un lasso di tempo relativamente breve. Non lontano dalle mura che caratterizzano ancora la parte vecchia delle città – in primis la capitale Muscat – sono nate piazze nuove, edifici destinati agli affari, palazzi che ospitano eventi culturali di notevole spessore. La volontà omanita di aprirsi al mondo è concreta – vedi l’architettura cosmopolita – ancor più apprezzabile perché anche in contesti contemporanei emerge l’intenzione di rivendicare le proprie tradizioni. Sarà per questa capacità di far convivere due anime e infiniti paesaggi, che l’omanita promuove la tolleranza religiosa e si dimostra perennemente accogliente. Aprendo le porte di casa sua, salutandoti con un sorriso che tanto misterioso non è, visto che da queste parti si respira quasi sempre aria d’estate.