….A differenza di Federica, intenta ovviamente a rilassarsi e godersi al più possibile una vacanza, io ero alle Maldive per lavoro. Mi rendo conto che un tale accostamento può sembrare a tutti gli effetti un ossimoro. Infatti, la differenza tra un lavoro e un altro può essere abissale e – diciamola tutta – spietatamente a tuo vantaggio, se tra un impegno e un altro puoi concederti il lusso di un’immersione in acque calde che non lasciano alternative. A prescindere dal grado di esperienza – o di coraggio – che uno ha, l’immersione da queste parti andrebbe davvero fatta. In acqua c’è spazio per tutti, per il mondo sottomarino e no. Ci sono gli aspiranti sub, quelli che definiresti veri professionisti o altri classificabili come “curiosi alle prime armi”.

L’importante è saper programmare e costruire un incontro che è davvero memorabile, ogni volta irripetibile. Alle Maldive esistono dei veri e propri  Manta point  dove squali balena e mante a caccia di plancton ti circondano sia in immersione, sia facendo snorkeling.

Dotati di adeguata attrezzatura, sempre rispettando l’oceano e le sue profondità, a migliaia di chilometri da casa nuotare può diventare l’avventura più naturale tra tutte. A distanza ravvicinata rispetto a mante di sette metri, ti senti fortunato a ricevere quell’abbraccio, prima di risalire in superficie e tornare nel tuo mondo”

Non è sempre facile riemergere, e per tante ragioni: in acqua si perde il senso del tempo, non si bada alla velocità, si dimenticano noiose priorità. Per fortuna da queste parti con il ritorno in terraferma ti senti sempre uno spettatore in prima fila che ha ancora tanto da scoprire. Ogni volta si fa fatica a crederlo, indipendentemente dal numero di visite o dal gap temporale che ti separa dall’ultimo soggiorno.  Senza dubbio riscoprire questi luoghi ogni volta mi insegna a non dare nulla per scontato, uno stimolo in più per la ricerca di soluzioni che si tramutano in proposte meno scontate.

…..Anche quando Fabio non c’era, magari per la sua immersione tra le mante o per visionare qualche resort in compagnia dei colleghi, mi sono sempre sentita oggetto di cure e attenzioni particolari. Non solo in compagnia di altri, diventati ormai compagni premurosi, ma anche stando da sola e sotto la pioggia. Anzi, la pioggia stessa, fugace e passeggera, in un paio di occasioni si è comportata da vera amica. Un giorno, trovandomi sulla passerella del water village intorno alle cinque del pomeriggio, ho avvistato migliaia di pesci blu: non essendoci il sole, l’acqua si è colorata più facilmente di quel blu difficile da descrivere o dimenticare.

Visto che ogni giorno non è mai uguale all’altro, è impossibile dare la priorità ad un’emozione piuttosto che ad un’altra. Anche quando il tempo sembrava essersi fermato e con la macchina fotografica al collo ero pronta a ringraziare per tutto quello che avevo vissuto fino all’attimo prima, i delfini sbucavano all’improvviso a soli trenta metri dalla riva. Davvero non potevo sentirmi sola: non soltanto perché mio figlio era ancora dentro di me, ma perché entrambi ci trovavamo in un mondo inedito, intriso di profumi sempre diversi, in un certo senso coerenti con il gusto di cibi altrettanto squisiti. Del resto ho sempre amato mangiare, provare prelibatezze tipiche del luogo senza disdegnare piatti internazionali. Se ne sono accorti anche i nostri compagni di viaggio, visto che sul finire della vacanza Federica si era conquistata il titolo di “Mandibola”. Ammetto che ho mangiato davvero per due, ma c’è una gioia per il palato che assocerò per sempre al mio primo viaggio alle Maldive. Si tratta di una Virgin Colada con ananas e cocco fresco, drink rigorosamente analcolico, capace di inebriarti con il solo – vero – gusto della frutta. Ovunque fossi, il mio viaggio attraverso i sensi non ha davvero conosciuto soste, nemmeno quando, durante la preparazione per l’ingresso nella Spa del resort, mi sono ritrovata sotto un capanno di bambù circondata da un giardino tropicale. Un degno rito di passaggio non solo verso l’interno della struttura, ma anche verso una nuova e impagabile esperienza.

Una volta lì, mi sono sentita accolta senza riserve, circondata dal profumo di un infuso di fiori e spezie gustato subito dopo. Allungata finalmente su quel comodo lettino, cosparsa di un olio ideale per donne in gravidanza, ho percepito il mio massaggio total body come la tappa che mancava a questo tour sensoriale

A dire la verità, mancava un ultimo tassello prima di ripartire. Nel corso degli ultimi giorni, i nostri amici avevano suggerito decine di nomi per nostro figlio. Di fronte alle loro proposte e a qualche tentativo comico di convincerci che il nome di una delle tante “fazioni” era il migliore possibile, abbiamo mantenuto un simpatico aplomb fino a quando abbiamo deciso di rivelare a tutti la nostra decisione. Andando contro a tutte le loro previsioni, abbiamo mantenuto fede al desiderio iniziale di chiamare nostro figlio Samui. 

Samui significa “il nostro rifugio sicuro”. Al di là delle mete che verranno, Samui si è rivelato il miglior punto di partenza della nostra vita. Una vita che si rinnova ogni giorno, forse (anche) per il desiderio di raccontare il mondo per come lo vediamo e per come lo viviamo.

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