Si può scegliere di arrivare in Turchia, atterrando in una grande città come Istanbul o nella storica capitale Ankara. Si può scegliere di percorrere strade che corrono dritte e rimanere in un posto, ma il consiglio per chi si sente viaggiatore dentro resta sempre quello: non fermarsi mai. Perché, a prescindere dal luogo, le belle sorprese raramente si trovano dietro l’angolo. Invece, vanno cercate e scovate nei luoghi più improbabili, anche al costo di percorrere tragitti lunghi e tortuosi che attraversano valli e catene  montuose. 

Lungo il percorso incontro lei, Konya. Ha – dicono – novemila anni, sufficienti per finire nel mirino di Ittiti, Persiani, Macedoni, Romani, Arabi. Nei millenni si è lasciata conquistare tante volte, ma oggi questa ex capitale di un antico Impero lungo la via della seta è destinata a conquistare chiunque

Il viaggiatore del terzo millennio deve lasciarsi rapire da questa città dell’Anatolia centrale, sicuramente affascinante, indubbiamente spirituale. Konya è spesso identificata con il suo Maestro più famoso, Mevlȃna Celȃleddin Rumi, vissuto qui durante il tredicesimo secolo. Figlio illustre ed erede spirituale di Bahȃeddin Veled, soprannominato “Sultano dei sapienti” e venerato dal Sultano Alȃeddin, che all’epoca regnava a queste latitudini. Dopo la morte del padre, Mevlȃna diventò uno dei massimi poeti e mistici dell’Islam. Circondato dai suoi discepoli, visse una vita all’insegna della saggezza e del rispetto verso cristiani ed ebrei, tanto che alla sua morte tutti gli abitanti di Konya vagavano disperati per le strade, lacerandosi i vestiti per il dolore che provavano. Al sufi che quasi mille anni fa pronunciò i sette consigli destinati a tutta l’umanità, è dedicato il Museo che ancora oggi ospita le sue spoglie. La struttura è visibile da lontano grazie alla cupola a punta. Il sarcofago del Maestro si trova proprio al di sotto, coperto da un drappo ricamato in oro e sul quale è possibile leggere alcuni versi del Corano. La particolare cupola color turchese fa da sfondo anche quando entrano in scena i dervisci rotanti. Questi uomini, che hanno scelto di vivere da asceti e in povertà – un po’ come i frati cristiani – danno vita al Sema, cerimonia suggestiva e imperdibile. La danza entra nel vivo quando loro, discepoli di antiche confraternite, iniziano a volteggiare a ritmo di musica, alzando la mano destra e abbassando la sinistra in segno di devozione per Allah.

Una giornata a Konya può concludersi anche così, con uno spettacolo patrimonio dell’Unesco dal 2007, dove uomini profondamente religiosi roteano continuamente per manifestare il loro amore per l’universo grazie a giri simbolici intorno al mondo”

Un’altra giornata a Konya può cominciare invece con l’idea di fare un giro a Sille, distante solo sette chilometri, con le sue chiese-caverne risalenti all’epoca bizantina. Oppure visitando una delle tante scuole coraniche con nicchie ricoperte da splendide maioliche. Un’altra giornata ancora è ideale, invece, per rimettersi in cammino. Questa volta la mia destinazione è Pamukkale, nella provincia di Denizli, con le sue terme naturali non distanti dalle rovine dell’antica città di Hierapolis, che sorgono su una montagna poco più a nord. 

Pamukkale è capace di conquistarti già in foto o quando appare all’orizzonte. Le acque sgorgano e continuano a scorrere da secoli, levigando rocce calcaree e creando terrazze suggestive; vasche all’aperto in piena regola che si susseguono su un panorama imperdibile. Dal vivo le pareti delle piscine termali sono davvero bianche e luccicanti: mi tocca decidere se associarle al cotone – in turco Pamukkale significa castello di cotone – o al ghiaccio, e se immergermi come fanno migliaia di turisti che vengono qui per curare reumatismi, problemi di pressione e altri disturbi che non hanno età. 

Risalendo quest’angolo di Turchia ho riscoperto il mio amore viscerale per l’acqua, e capito che la amo a prescindere, anche quando non posso tuffarmi, immergermi o remare. A metà strada tra Konya e Ankara scopro che l’acqua è capace di tutto, persino di trasformarsi in un enorme deserto bianco

Secondo per estensione nel paese, Tuz Gölu è un lago salato davvero unico al mondo. Quando si ritira, durante i mesi estivi, l’acqua cede il testimone a un’immensa superficie salata. Viene davvero voglia di immergere i piedi nelle piccole pozze d’acqua che, di tanto in tanto, bucano questo lunghissimo strato di sale grosso da cucina, specie con il sole a picco e la pelle pronta a screpolarsi all’istante quando non è abbastanza protetta. Invece non cedo alla tentazione e proseguo, allontanandomi dai tratti più battuti. L’idea è quella di camminare sull’acqua, un po’ per il gusto di raccontarlo. Un po’ per ricordarmi che esistono mete da visitare senza seguire necessariamente una direzione precisa, o strade percorse da altri.