Prima di partire, entrambi sapevamo che il nostro – imminente – viaggio alle Maldive sarebbe stato diverso da qualsiasi altro. A dirla tutta, era un’occasione irripetibile per lasciarsi alle spalle un pezzo di vita trascorso insieme, un pezzo di vita vissuta in due. E’ bastato salire su un aereo con partenza da Roma Fiumicino per capire che stavamo per fare il primo vero regalo a nostro figlio, ancor prima che venisse al mondo. Non un regalo convenzionale, da appendere alla parete o infilare in un armadio, bensì un’avventura, forse anche un pezzo stesso di paradiso. 

Ovviamente c’erano le ore di volo con destinazione Malè – e inevitabile scalo a Dubai – da calcolare. Eppure non ci siamo mai lasciati scoraggiare. Le opinioni favorevoli dei medici hanno semplicemente confermato che il nostro istinto aveva avuto ragione sin dal primo momento in cui l’idea di fare un viaggio insieme è stata concepita.

 Avevo pensato di fare questo viaggio da solo, ma ho avuto la sensazione che potesse trasformarsi in un altro viaggio da solo. Quindi ci siamo guardati negli occhi e ci siamo fatti una domanda sola.  Federica si è data una sola risposta e ha deciso di seguirmi

Una volta atterrati a Malé ci siamo sentiti da subito speciali, costantemente coccolati. Indubbiamente una donna incinta di quasi cinque mesi calamita l’attenzione su di sé, specie quando deve necessariamente salire su un’imbarcazione in pieno Oceano Indiano. Meno scontato è ricevere premure e sorrisi da persone che ti vedono per la prima volta. Sono sorrisi difficili da spiegare o descrivere, ma potremmo comunque provarci, dicendo che sono sorrisi sinceri, privi di pregiudizi o secondi fini, davvero rincuoranti se c’è una traversata di quaranta minuti prima di giungere a destinazione. 

Non vedevo l’ora di distendermi, sentire di nuovo il solletico di mio figlio. A differenza di Fabio, era la mia prima esperienza su un atollo maldiviano. Non potevo capire che una volta toccata terra, avrei dimenticato ogni fastidio o disagio”

All’arrivo, al di là di tutte le emozioni, sapevamo che quella prima isola era il più grande dono che la nostra nuova famiglia potesse farsi. Il merito non è solo del colore di quel mare, turchese in superficie e blu nel profondo. Il merito non spetta esclusivamente alla vegetazione tropicale, wild e generosa: in entrambi casi, si tratta di un “assaggio” sensoriale, preludio ad una vera avventura nell’avventura. Possibile in luoghi dove non esistono barriere, forse perché l’unica barriera presente è quella corallina in un mare che sembra non avere confini né all’orizzonte, né sotto la superficie. 

Dal primo minuto nemmeno le nuvole o la pioggia sono in grado di impensierirti, anche a giugno, mese in cui nell’arcipelago piove più frequentemente rispetto ad altri periodi dell’anno. La stagione delle piogge comincia a fine maggio e si conclude in autunno; al di là di ogni semplicistica classificazione fatta di alte o basse stagioni, non esiste un momento no per visitare gli atolli, gruppi di isole con laguna interna, circondati da un reef che, malgrado tutto, ha ancora tanto da offrire.

Proprio per questo, a nord come a sud, ad ovest come ad est, le Maldive insegnano che si può amare la pioggia stando in riva al mare. Perché si tratta di una pioggia quasi sempre breve, calda, che sembra addirittura gentile. Quando piove, questo paradiso dà il meglio di sé: si sprigionano i profumi più intensi e le ombre tornano, ma solo per esaltare i colori. Il verde diventa più verde, il mare diventa tutt’uno con il cielo, e, per quanto una simile visione possa sembrare celestiale a qualsiasi ora del giorno, ti accorgi che non è irreale. Già, perché a nostro avviso esiste un momento della giornata per godersela, e in cuor nostro non ha pari.

 Aprire gli occhi alle Maldive non significa semplicemente iniziare una nuova giornata. Significa piuttosto aprire la porta o la finestra per scoprire un paesaggio nuovo rispetto al giorno precedente, come se durante la notte il mondo intorno a te fosse cambiato.” 

Proprio perché uno di noi due aveva già vissuto un’esperienza nell’arcipelago e l’altro no, abbiamo capito – confrontandoci – che il viaggio vero e quello sensoriale vanno di pari passo, ma a seconda delle singole aspettative ed esperienze, resta un percorso che segue tappe diverse. Tanto che noi due non rappresentiamo sicuramente un’eccezione…

Continua…..

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